con Venezia. 75 jk Si chiamò dunque Don France-I“0“1 (do di Caftro al Collegio, dove la Signoria gli fece leggere quanto era paliate, e quanto avevano ceduto ìk favore del Rè Criftianiffimo, di clie avendo ringraziato il Senato, gli propofe una fofpenfione delle leggi, per un tempo folamente, ed in gracifica2Ìone de’i due Rè, la quale, diceva egli, non farebbe torto alcuno alla Republica, fendo che non vi erano punto coftretti ; Ri-ihofìrando che fofpendere per un tempo, non era un fofpendere affo-lptamente. Che non pocendo domandare i prigionieri, poiché erano già fiati conceffi al Rè di Francia* era decente di concedere altresì qualche cofa al fuo Padrone, come per efempio la fofpenfione. Rifpòfe il Senato che in verità la fofpenfione ch'egli proponeva, non farebbe punto creduta sforzata, fe fton vi foife una fcommunica prece-lente; mà che avendo il Papa la »erga alla mano, eie minaccie nella bocca , fi, crederebbe tempre, che P a