_ „ 74 D'scor. di Paolo V. l6o6. L’Ambafciatori diffe , che fendo nuovo in tal cofa, non doveva prò. porre niente, mà affettare le aperture dal Senato, che fupplicava di volergli dichiarare con confidenza le fue intenzioni. Il Doge rifpofe, che poiché le defiava fapere, erano, che il Papa trattale come Padre i figliuoli, ed apriffe la ftrada all’ ag-giuftamento col levare l’interdetto, Il che quefto Signore prornifedi proporre al Papa, e^i procurare di farglielo gradire. Deliberò poi il Senato di coni-municargli quanto avevaia Repu-folica ceduto aveva à favore del Rè Crifìianiffimo ; mà di farlo trovai pria buono al Signor di Frefne, che. vi acconfentì volentieriflìrnamenteJ dicendo che tal communicaziotie era neceifaria per non dar diffidenza agli Spagnuoli, a’quali probabilmente il Papa aveva detto tutto; mà con condizione che quanto avevano fatto alla prieghiera del Rè fuo padrone, non fi facefle di nuovo per lo Rè di Spagna, il che altera* irebbe le cofe,