i%6 Tratt. de/f Interdm. tftjcnttntia, tanto curate eam nvrt-debet, quanto apud T)eH, dr ejui Ecclefiamneminem gravare debet iniqua /intenti*. ha ergo, &■ (a fe non abfolvi defideret, quìa le nuUatenui ferjjticìt.obl:g t'.utn li ,tj. i. e. cui illata, f'edifeln propifity-ne Ottav i del trattato tegnente, cpirt non ettgeneraliter ver»m,fidici-tnr timcnda quia eilfujìinenda,nec re-pcllendiimo in caju pati ili am ejfet /¡finina pallenti a, & timor leporina: Molti Ca(T portano, ne’ quali la fentenza di fcommunica è nulla. La Gloffa ne porta 12. c. prefinti de fen-tent.excom>n,in 6. li riduce Navar. à in manne.27 >7.4. Angdo exeom. 4. §.19. ne porta 15. Ed in tutti quefii autori fi trova comprefo per più capi il noftro cafo. Si p travedere, Dom.Soto nel luogo fudetto > dove dimofira effer nulla la fcommunica fulminata contro alcuno per aver fatto opera virtuo-fa, ò per non aver condefcefo à cofa illecita. Mà Gerfone nel luogo fo-vradetto nominando fecondo la Dottrina d’Imocenzo li cali della nullità della fo.nmunica, dice nominatamente della fcommanica ful^