di Paolo V. 153 effergTi fatto. E qsando ciò non foie, che fenza dubbio farebbe, ne feguirebbe però la perdita de’ loro beni, co'Iquali fi foftentano, che è vicino al perdere la vita’, e fi è ma« ftrato cagionare timor exufto. Nè fi può dire che ciò vaglia folo ne’ Chierici fecolari, che anno beni propri, ned importi a’ Regolari, che li anno in commune ; perche tan.to maggiore deve eifere la cura de’ beni, quanto fono più communi. Commanaa San Benedetto nella Regola, e prima di lui S.Agoft. Cha-rìtM enim > de qua fcriptum ejì, quod non qiurit qua fua jitnt Jìe intelligitur, quia commnnia propri# , non propria communibm anteponit, e*r ideo quanto maqis rem coummtm, quam propria Vejlra curaveritis, tanto vos ampli tu proficere noveriik. E fendofi di più nella precedente propofizione moftrato e (Ter giufto timore, non ibk> fe alla propria perfona fovrafìano pericoli, e mali ,mà ancora a’ congiunti, ogn’uno può giudicare da le quanto farebbero G 4