ìX24 Lettera circoL che gli piace alcafo de’nofhi Ordini più giufti. Cofa che niun Preti-cipe, nè Republica hà ancora ofato tentare, da mille, educento, e più anni in quà, non più che d’impedir-ci di fare tai leggi, che ci piacerebbero per laconfervazione de’noflri beni* nè digaftigare quegli, che vi oifendono, ed intorbidano il voftro ripofo. Che fe è permeilo à ciafcun particolare di governare la Tua famiglii àfuo capriccio, e di rifpigaere le ingiurie, che gli vengono fatte. Coji maggior ragjone ciò farà lecito ad una Republica, {labilità da Dio pet aver cura delle voftre perfone,ede’ voftribeni; ad una Republica libera , che non hà mai conofciuto altro fuperiore, che la Divina Maeftà; Che hà impiegato i fuoi tefori, e fparfo il fangue de’ fuoi Cittadini, e de’ fuoi foggetti per difefa della Chiefa Romana , e de’ Papi, che l’anno fovente onorata co’ loro elogi , e favori. Mà Paolo V. molto lungi di voler’ udire le noitre ragio-