dì Paolo V. 185 * Q,Tf0 della cofcienza , non è fentenza in ne mu" quel foro ; mà fe è ingiufta ancora comedi ne! foro citeriore, non è nè fenten- qutfta za , nè fcommunica, meno in e(fo rroPofi-foro citeriore, e fi conferma per S. j°enebe_ Tomaio 2.2. q.67. art. 1. La fenten-„¡(Timo za è una legge: partiio'are , irà lecheUsé-legge ingiufta non è legge , anzi ti-tiza in-rannide. Dunque la fentenza ingiù-fìa non è fentenza Per lo che fi ri- periore fponde al detto, folito ad allegarfi, fi dive fententia Paflorufive ]ujla,fve injujìa temere, timenda .-che bifosna che fiàfenten- come ^ \ ni • . ~ teme u- za : ma quella che contiene errore na potgi intolerabile none fentenza, ondezatiran. non è timenda : Onde diffe bene nica.mà Gerfone 'Altoquin Prelati pojfent in- che ciò ^ ducere qualemcnmque vellent JUper a- *|® v“£e lios fervitutem fi futi fententiti intenti, bifegna <£• erronut Jitnper ejfet obediendum. efeguir-Etitapatet quod hoc sommane diftum,!a fententia Prelati,vel ludicti etiam in- ^lc jujla, timenda efi *indigetglojfa. Alio- dicere, qmdfcnltniix aliqua Jìt timenda,& tjuadfittenenda: ¿itici tirannica, iniquità* etiam timeri poteji, fed non teneri debet, imm'o enntemni, Gelafìo I. Papa dice che non fi deve in modo alcuno curare d’una fentenza ingiufta,mailime che non aggravi alcuno,ned inanzi a Dio, ned alla Chisfa.si injuflt: