184 La StqriÀ Df.l Gcverng ab eo in- convocare il clero, ed il popolo per uejlìào—' procccjere £ qucftc clezzioni, e l'e- 9l8fn acci- . . ~ — ,-jn - } y rT* fere & §‘lno “ follerò ragunati, s enz ede-ùustìfun- re Itati convocaci, unte le elczzioni dato ìn- ciano di niuno vaio: e. *£L+ II. I Prcncipi, clic mandavano ¿’uc Ambalciatori à Venezia indirizzaua-110 le lettere di credenza alla perfo-na fola del Doge, come fecero il Rè, zAdDu-zà il patriarca di Gierufalcrne a, co* cem Fi-me alteri pipa Caliito al prrneipe ntu& An- Dominico Micheli. Era dunque lo-’follie' Pln'one d* tutti li prcncipi di que ,ofolymi tempo, che i Do^i di Venezia ei:a-tttnus no alIo!uti. Vfttriar— Lo itclFo domenico Micheli non rifiutò la corona di Sicilia offertaci il. c^; perche fendo Sourano di RexUru- Venezia, e di molte prouincie nell’ faiem Oriente, temeva di perdere il poHet Legatos (-q d'yuo itaf0) eh’ era ben - in que’ Caìtxtui tempi più riguardevole, toltone il ti-etmmver tolo, che la Sicilia, in vece che fe /»«iA’K-non àveife avuto che vna potenza ìioj Da- precaria, e dipendente dal popolo,. etm ad ^ probabile, che non aurebbe perfo eh. Tnn. vn occaiìone si bella d’effer Rè VcaM.s D’akio*