Di Venezia iii fitano dì rìpofarfi, mentri che / fitoì fi/dati combattono, non lo é meno ad vn Capo dì República di pigliar i faoi Agì, allora quando le altre partì anno male, e loflena; Che fe vn Capitano d’E/ercito, al dire dì Velpa-fìano, deve morire a diritto,vn Doge* che prefiede à tanti Configli, doz e fino tanti affari importanti dì fjt ì t, tern mor-tà non hà il tempo dì rìpofarfi, e r,t n Sact. in deve morire in altro modo-, che afcì- Vefp. fi nel Senato. Che in fine il Còrpo della República é come t\iàgr/i;4 famiglia b di cui il Doge è il Padre al-ju.ile non farebbe decente di fcpararfi tj},,ent¡s da fio i figli. E’co ì che sì óppoièro vñus alla dcmiilìonc del Doge Giovanni ‘¡‘‘•fi Conuri l’anno i6i8‘ * m'!hT, La República non è al Doge mà c il Doge e alla Republica. La Pa «•„, tria può trattar male ver elio, mà egli Aiift. j.' non può peccare tanto puoco con P°* tr’ ella, che non ne ila gaftigato ri- CR J* goroiamente. Il merito delle fue tmmejfe buone azzioni c fcancellato per vnfedte Re if, minimo fallo fe vnqi-ia egli ne fà.-=n. de Hg'i non vede cola alcuna avanti diCIe,a-