Di Venezia 115 la violenza. E benche fernbtino coltivare vn’ amicizia iìncera con ambaC-ciere continue d’ambe le parti, c cofa certa però , che nodrifeono fra eflì vn’odio mortale; non potendo gli Spagnuoli iopportare lo fmenbramen-to delle Città di Brefcia , Bergamo, e Crema dal Ducato di Milano, e vivendo Tempre i Veneziani in vn’eftre-mo timore d’cileine ipogliati. Di maniera che non odiano folamente gli Spagnuoli per coftume, ed abito, come la diceva vn giorno il Marcheic di Cartel Rodrigo all’Anbafciatore di Venezia Pietro Bafadonna, mi per vna cognizione certa della loro capiva volontà. Del refto il Senato tiene fempre vn Refidente à Milano, che é il luogo, dove lì tramano tutti li di-icgni degli Spagnuoiiin lttalia,c d’onde sà le loro negoziazioni co’ Pren-cipi, lo ftato de’ loro affari, la dii-pofizione delle loro armate, e mole’ alne particolarità.» che fendogli ieritte fedelmente fono eilènzialiflkne al ben publico. E per arrivar meglio à cjuefto fine» accarezza, e conici vali quan-