I Di Venezia 79 lazione, che non {applicano che à contrariarli incefTantemente gli vili, c gli altri à tal fegno che i fanciulli di quefle fazzioni non s’incontrano Mai nelle firade, lenza batterli à pugna, fé fi conofcono, c non li feparano f>unto, che non ve ne fi vno, che • abbi tatto vfeire del [angue al fuo avuerfario à fine d’animare il vinto à vendicarti del vincitore. 1 Fanciuli di Sparta fi battevano cosi alfieme, come rifciifcc vn’ Eccclente Storico, a Mail dileguo de’ Lacedemoni era aP^/-di formare, ed aline fare la gioven- tatù «■* tù all’ arte della Guerra, in vece inur ,v che i Veneziani non inno altro fcc-po, che di dividere, rd affievolire vn r3„ i7„ popuiaccto, che farebbe malto d.i dura. temere, fé avelie il talento di conti- Xsuopli, derare il fuo numero, e le fue forze, | come ìimoftraua Manglio à quello di' Roma dicendo, eh’ eglino farebbero tanti nemici contro vn fblo, quanti clienti, E cortigiani avena vn lolo. U E’per quello che il Senato di Ve~ J^ìgm n.zia petme.te à Cittadini di por- rctieta | tare gli ite ili abiti de’ Nobili, di pati' tir« vis. 04