Di Venezia. 189 giftwti non fono più gli Vfficiali del Doge, mà del publico, ed il Doge non farà sì temerario di dire giamaì nel parlare, ò nello fai vere: Il mio Confeglio di flato, i miei Magiftrati, reflante che fono parole di Sovrano, delle quali non gli è concelfo d’vfaifì, non effendolo più. Con io non vedo che quelle parole cum Clero & Po-pulo, cum Indie/bus & Sapìentìbus, atque Populì collandatìonc q- cor-fir-matione, provino in modo alcuno la partecipazione delli Tré itati al governo Civile. Sendo che per vna ragione limile fi potrebbe dire, che i Ré di Francia non fono allòluti in Francia, perche tutti gli ordini finifeono con quella foimola dal Re nel feto Coniglio, il chemoitra che i Rè di Francia pigliano parere dal Confeglio loro avanti di lifolvere cofa alcuna negli affari di conieguenza dello flato loro} per le parole di P ovuli collandmo-tie, & eonfìrrnatione, non lignificano altro, che il modo, col quale ricevono i popoli gli ordini de’ i loro Dogi, cioè con applaulo vuivcrfal^