Di Venezia uj impedire , per non efporre la fùa autorità, che diviene fprezzevole,quando i Tuoi commandi non fono fieguiti dili’ elocuzione farebbe piìragevole di fare vno fiato nuovo, che dì riformar ne di certi a abuiì, che fono * paiTati in v atize. E non vi puoi’ c(Tcrmi/’*a. r , , negottis governo acuno perfetto , perche vi ej}Remp. laranno de vùi tanto chc vi faranno emende degli uomini. E per quello che Ca-tone pallava perpuoco alto allo ila-to, perche non li lapcva accommo- te ^ ' dare, ed uniformarli al tempo del4, p3'jt. fuofecolo E Tacito olTerva chc Pom- e->. peo, a ch’era ftato detto per rifor- a Vl,tJl matore d' coftumi, fu sforzato d’abo-*'“”'^ lire le leggi ftabilice da dio ftcìlo , m\nis_ fendo che etano più infopportabiii, Tac. “ chei mali. Il che faceva dire al Gran ¡-¡fi-4-Cofmo di Medicis , che la Città di ^ ^'-r« Firenze voleva ben pia tutta corro:- cort-,lt ta , com’ era , chc perduta ? per lì- dì. mm-gnifìcare, che vn Pxcncipe hà fem- àt~ pre maggior’ onore di confervarc il & fuo flato , comunque fi ila, chc di perderne il polle fio. Doppo aver trattato ampiamente deli fi* F i