So La Storia Dei Governo r*s ,k-4 . ra che fe f0ful0 dittimi d’abito, non aerate r;COnofceiIc il Popolo viabilmente il fahem r - qwdipfis puoco numero di quegli, che lo go-Jìtìi ^»«vernano a E parimente per qucfto» 1 adu'ifa- che aggrega ancora al Corpo della no: baie- Nobiltà tante famiglie nuove in vece s^uod vecchie, che li fpegnono di gi- Tv.m orno ìh giorno Cliente: Così non lì deve credere, che le zuf-cucafin- fe publichc de’ Cattellani co’ i Nico-letti, iiano per dare IpaiTo al popolo, no; tot ec* ‘*gh ttranieri, che vi corrono à for-ntinc ad- me Mà bene per non lafciar raffred-verfus - dare l’ardore, e i’acimoiità di queft due partiti, che fortificano ienza pen-trUÌ!' Zar ili l’autorità del Senato, chc fareb. Li vius be loro agevole di rovinare colla loro a si fi— vnione. E come i Nicoletti anno vii p^ninr £)0„e particolare, di che i Caftella- Itbtrttnt • r l ! i r munìficanl (l barIano> c ancora vn loggetto ferepemi-perpetuo di colitela £à que partiti. rizm in- Il Senato tratta co’ Cittadini d’vna genuorìi nianiera, ch'eglino nc fono, od alme- * i no ^crn^ran0 conccmiflìmi. Pofcia-c iempre c^e ^ diftingue dal .relto del Popolo vn aiti— co’ priuilegi efenzioni, ed impieghi giano del riguardcvoli, fervendoli d’elfi per le