Dì Venezia. più cofpicue. In vece che, (c i Nobi- li Giovani otten eiTcto nelle chariche grandi à Venezia, dove non ve ne c junto di perpetue , rifiutarebbero di poi tutte le altre. Il che non fuccedc di già , che troppo fovente , credendo gli, che anno efcrcitato qualche bella carica, che fi abbailarebbero, fe ne acccttalfero qualche minore.-E per quello, che la Signoria hà fatto faviamente d’aver preferitto de’ limiti alla ricerca degli onori per non inorgoglire i giovani, nauralmente ambizziofi > ed infoienti, col chia-marlivi troppo tofto , come lo diceva Tiberio a al Senato di- Roma. a ivV IV Non ponno i Nobili avere più V?s m°~ cariche alla fiata per piccole ch’elle d£rce£~ fiano. Il che fi , che il publico ne è fiumani piùfervito, e che vi fono genti in tnospu-maggior numero nell’impiego. Mà m t c lecito di lafciare vna carica , che fi efercita, per vna migliore, al ¡a qua- le fi. è nominato, quantunque non extolUret li abbi finito il fuo tempo. Tac.ann*. V Sono tenuti i Nobili, che rifiuta- +’ 3JO le cariche, à cui fono eletti, di B $