Di Venezia irt> fuo figlio, odiofo à tutta la Nobiltà per k fua avarizia, rimoftrò al Gran Gonfcglio, che il preferite de’ Mofco-vitì non doueva andar’ al Doge, polche non efjendo Soprano, non era ad ej/o, che fi mandammo, ii/irnb fciato-ri ne preferiti cerne non era a!tre fi ejjo, che ne mandava, Aggmgnendo che quando gli Ambafciatori della Signoria portavano prefentì à Coftanti-nopoli, in Mofcouia ed altroue, ciò non era à fpefe del Doge; e che così 'non era ragionevole , eh' egli approfìttajje fòlo dì quanto apparteneva guidamente al pablico, che attualmente feceva la fpefa a quei Ambafciatori. Talmente che feudo ftata ballottata la cofa, il Doge, e fiioi fiicceflori furono privati con vn decreto folenuc di quefto diritto antico. Del rcfto quando il Doge marcia con folennita, egli è fempre veilito magnific mente,oia di brocato d’oro, è d'argento, ed ora di fcarlatro, col corno Ducale in capo, preceduto dagli feudieri del fuo palazzo, fra quali ve ne fono due, che portano K i -