Dr Venezia 151 ne,'di che fi fervono i foggetti verlò i Sovrani ; e fé il Clero , ed i Nobili di Venezia davano qualche fiata il loro confenfo, ciò non lignificata che il Prencipe non poteilè optar« fenz’eflì, mà più tolto , che facendo loro il Doge l’onore di communicar loro i Tuoi voleri in alcune cofe, eglino vi apportare da parte loro un’ ubbidieza próta. Che fé Dogi facevano foferivere qualche fiata gli ordini da’ Prelati della Provincia , e da’ Giudici della Città di Venezia , era una della loro indultrie per farpaffare più iacilmen-mente celti Editti, che /limavano driver' edere ricevuti male dal Popolo, al quale volevano perfuadere con quello » che quegli, che avevano fol-ccictìgli Editi, ne erano gli Autori. Ed è così, che i Dogi fi fcaticava-no dell’ odio publico sù gli a'tri. Adelfo l’autorità de’ Dvgi è fi limitata , che poimo fare cola alcuna lenza il Senato. E per quello che nelle ceremonie publiche , dove la Signoria alfifte, fi deve Tempre doppo il Doge un Nobile, che porca auani;’ il