Di Venezia e di commendare,Pofciache fe gli uomini's’inoigoglifcono degli onori annuali, che farebbe s’eglino li poflìedef-fero in vita, a E fe quegli, che Tono a Supcr-itati efcluiì nella ballotazione, anno Tempre qualche feontento, benche”^^ ilano confolati colla Ipcranza proifi- defignaA ma, come.potrebbcro eglino tolerare ùont, vii rifiato, che li privarebbe vna ca- ^ rica per tutto il tempo della vita del Pofleilore. E d’altrove con quefla ^nn!ii mutazione, che iì efercita l’induitria agitent di tutti li Nobili. Platone voleva T ac. ehcgli vfficiali foflero perpetue, affin- annu‘ che il lungo vfo delle loro cariche li facefle più abili, e concigliaile loro # €)lll maggior numero nel a popolo. Mà r„^;T li Veneziani trovano, che di mutar- pmuen -li, è vn mezo mcglioredi cederli nel dovere loro, fendo che lì contengo- ma‘0T no per ottenere nel iìeguito altre cari- tia pcp,t che. Aggiugnifi à quello che la loro Un bus dependenza ne è maggiore, e la loro/*, autorità minore principalmente degli Vfficiali Provinciali, che non fanno per così dire, clic palTarc fcndofì’à pena debiliti, che bifogna ritornai à £ 3