Di Vìnezia 67 gli, che’non.fi ttovano proprij agli affari, e ioilituirglione de più capaci; in vece che fendo il Senato perpetuo, bifognerebbe ritenerere vgualmente i buoni, ed i cattivi, clic è quanto A-riilotele hà notato per vii difetto nel Senato di Sparta, fendo che vi fono alcu^ il talento de’ quali s’inVccchia cortic il corpo, a e che per confe- ,a quenza divengono incapaci di go-vernare. pori fic E d’uopo vedere aderto, come prò- & memi cede il Senato nelle fue deliberazioni fi™?1**-, e delle fueelezzioni. Doppo che trat- ° 1 ' terò à fondo della Tua politisa al di dentro, e delle file iucelligenze di’ fuori, che iòno i due punti, douc confile tutto il go/erno Ciuile. Per quanto riiguarda l'ordine* eh e tiene il Pregadi nella difeutione ; degli affiti, ho già ditto, che non vi fi tratta mai cosa veruna. che non fia paf-làta nel Collegio, che fa quafi la ftcìTa funzione verfo qiefto; Confe-filio, che il fenato di Roma faceva* verfo il popolo, cioè proponendogli ioyra diche fi deve deliberare, Eco-