al lettore. lo dir« loro [diamente quanto ha detto Quintighano d’ttn Certo Calvo * che avevo bertela volontà di far meglio , Ma che il mio ingegno, e le mie forze non corrilpondevano alla grandez.- Iza della mia Idea. Quanto ini confila fi è, che fendo il primo de’ Francefì > che hà ferino di quefto governo » devo fperare che le perfine ragionevoli [enferanno i difetti della, mia fatica tanto pik volentieri, quanto all’ ordinarie egni principio è imperfetto , si nelle produzioni d ingegno come in quelle della natura. Oltre che quejlo jbo%z.o groffola-vo potrebbe ijpirare il defìo à perfine più capaci di fare qualche cofa, che fojfe pik regolare, e perfetta. Fri tanto ( «mimico Lettore, ) cerne l’oggetto principale delle mie fati-che , e tutta la ricompenfa, che ne affretto è la tua approbazione > mi darai di granii un ?nex,o quarto d’ora ài tempo per darti conto dell’ ordine, e dilla tenitura della Storia che ti offro. * Culuttm ìnteUexijfe qui inelhu e.' * *4