150 ­ potè cosÌ entrare alla Canea senza combattere con l'Armata veneZIana. Il Cappello cercò di scusare la sua inazione e la perples­sità colla scarsità di uomini che aveva a bordo per la pestilenza, che bisogna riconoscere aveva realmente ridotto l'efficienza del­l'Armata. Il Cappello era un uomo che, sebbene degno per integrità e probità di costumi, non aveva affatto l'esperienza della mi­lizia e del mare; egli aveva 70 anni di età e gli mancava del tutto quell'energia che è indispensabile nei casi per rIUSCIre a farsi ubbidire dai dipendenti. Davanti alla insistenza degli altri Capi da Mare e special­mente del Marcello e di G. B. Grimani, il Cappello prese dopo qualche giorno la decisione di uscire. Ma ormai era troppo tardi, perchè il nemico, sbarcate le truppe, aveva riunito nelle acque antistanti alla Canea tutta la sua armata, proteggendola con ostruzioni galleggianti costituite da alberi e pennoni di ri­cambio e grossi cavi di canapa, in modo che non avrebbe po­tuto riuscire alcun attacco di sorpresa (I). Presentatosi il Cappello davanti alla Canea insieme ai va­scelli di T ommaso Morosini, egi fece spingere verso il nemico alcuni brulotti, ma essi si incendiarono troppo presto e non arrecarono alcun danno. Le navi a vela poi rimaste in calma di vento non poterono avanzare insieme colle galere; il Cap­pello perciò rinunziò all'attacco e fece ritorno alla Suda unita­mente ai vascelli, inseguito alla larga dal Capitan Pascià fino all'entrata della baia. Il Cappello comprese allora che la sua azione era stata timida e decise di riprendere il mare per cercare la Rotta av­versaria che aveva abbandonato la Canea, lasciando a custodia della baia 3 galere al comando di Antonio Bernardo (2). Coll'intera Armata egli navigò verso Cerigo, dove era in­formato che si trovavano 40 galere turche dirette aVolo per caricare viveri destinati alle truppe di Candia. La sorpresa però (1) Il sistema di proteggere le flotte all"ancora risale al medio evo. Ne troviamo cenno anche negli Annali del Caffaro. (2) I Turchi sbarcarono in questa occasione alla Canea 20 mila uomini, 12 mila barili di polvere, 30 mila palle di artiglieria e infinite altre munizioni da guerra e vettovaglie. (G. BRUSONI: Opera citata, pago 79).