SALE í 6-17-18. MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ORAFO. Organizzata dall* < Istituto Veneto per le Piccole Industrie e per il Lavoro di Venezia > a mezzo del Comitato composto dal Gr. Uff. ing. BEPPE RAVÀ Presidente, MARAINI prof. ANTONIO, PONTI arch. GIÒ, RAVASCO comm. ALFREDO, ZORZI Co. ELIO, DEL-L’ORO Cav. Uff. GIUSEPPE Segretario, NEBBIA dr. UGO, ordì* natore. È la prima volta che l’arte dell’ orafo — arte ornamentale per eccellenza — partecipa da noi, come espressione distinta, ad un convegno internazionale dell’ importanza di quello di Venezia. VI partecipa per illuminata Iniziativa dell’ Istituto Veneto per le Piccole Industrie e per il Lavoro, il quale, perfettamente Intonandosi ai propositi sempre pili informativi della Biennale, ha trovato in essa la collaborazione più fervida e generosa. Nell’utile controllo interna* zionale dei Giardini, compare dunque la testimonianza della perenne vitalità d’ una delle più nobili e tradizionali forme d’arte — la prima, anzi, e la più originariamente significativa dell* innato sentimento per il bello — nella quale non è ignoto qual posto ci compete. L’argo» mento è perciò d’interesse troppo palese per chiunque ha passione d* arte, per oltre dimostrare l'utilità d’ un’ indagine attraverso un campo d’ espressioni cosi fertile e vario e cosi da vicino riflettente le condizioni del gusto e dello spirito contemporaneo. Non intendiamo con ciò ritenere che la presente mostra abbia la virtù di rispecchiare realmente tali condizioni: cioè, di offrire quanto di meglio e di più intonato ai tempi ovunque si produce. Un primo tentativo del genere reca palesamente le tracce, oltre che delle limita* zlonl e difficoltà generali d’organizzazioni consimili, di quelle partico* lari della delicata arte dell’ orafo. Non bisogna infatti dimenticare come, specie da noi, la tradfzionale abilità che caratterizza artisti ed artigiani di questo mirabile ramo d’attività soggiace ad un cumulo di pregiudizi d’indole tecnica e stilistica, i quali possono tuttora far considerar vano un tentativo come il nostro di richiamarli alla realtà del presente in un ambiente d’esposizione come quello di Venezia. Non è facile, dico, passare da certe botteghe di Ponte Vecchio o delle Procuratie, o dai fervidi laboratori napoletani, dove pure si creano ed educano certe maestranze che poi sbocciano sovente all’ estero nelle più raffinate espressioni di modernità, ad un controllo dell’ importanza d* una Bien» naie d‘ Arte. E non è facile, di conseguenza, raggruppare quanto di