--SALA 3. - « Parigi sotto il titolo, già di per se stesso eloquente, « Appels d’Italie ». In una parola è all’insegnamento della nostra gloriosa tradizione, come depositaria degli ideali della classicità mediterranea, cui si torna a guardare, dopo decenni di progressivo allontanamento da essa a ri» troso nella confusione babelica di tutti gli esotismi dai più raffinati ai più barbarici, di tutti i primitivismi dai più autentici ai più artifi» ciosi. Sarà domani, con questo risorgere della latinità, il risorgere di una aspirazione verso la santità e la bellezza, verso una significazione chiara, espressiva armoniosa, verso una rispondenza immediata tra forma e sostanza, sarà infine il risorgere di un senso universale di umanità, liberato dagli incubi delle superstizioni teoriche di pochi, pullulate nel solco della guerra? Non oso dire, pur apprezzando 1’ omaggio venutoci da Parigi, che nelle opere cui esso si affida vi sia traccia sicura ancora di questa rinascita. Ma gli artisti italiani debbono egualmente apprezzare le intenzioni che spostano il centro di gravità dell’ arte contemporanea, verso la tradizione estetica, di cui essi sono i più autorizzati interpreti e continuatori. E per conto proprio non avendo da rinnegare o da farsi perdonare alcuna eresia estetica, dalla moderazione stessa con la quale dalla guerra in poi si sono andati rinnovando, sapranno trarre la ragione e il modo di ritrovare per primi la buona, la sicura meta. A ciò dovrebbe del resto aiutarli 1’ esperienza dolorosa e gloriosa di Amedeo Modigliani, ii quale dopo dieci anni dalla morte trova finalmente in patria ia sua prima degna consacrazione nella sala che la Biennale gli dedica a cura di Lionello Venturi. Perchè se è a Parigi che il pittore livornese ha raggiunto nella esasperata tensione di quel clima cosmopolita la formula risolutiva del proprio genio, tuttavia è stato sempre sulla falsariga di una impostazione schiettamente italiana per nitidezza e franchezza di stile. Tanto che i suoi biografi ed esal-tatori non esitano a rintracciare in queste qualità e nel misterioso incantamento che sembra fissare le sue immagini, una lontana eredità dai primitivi senesi e dalla linearità botticelliana. Ecco l’insegnamento di Modigliani: essere insieme antichi e moderni s cioè di sempre. E sempre italiani. Ma se l’Esposizione si conchiude, si può dire, con un morto giovane e misconosciuto, s’inizia con un vivo assunto in pieno vigore di produzione al sommo onore dell’Accademia. La sala che gli è dedicata costituisce la felice sorpresa dell’ ultimora. Nè vi sarà chi non s’attenda di trovarvi risvegliata 1’ eco dei passati successi. 30