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7 galeoni stavano per essere inviati a Calamata, che il Vice-Re aveva concesso una base navale per gli Uscocchi a Trani, che in Sicilia erano pronte altre 4 galere, che si stava persuadendo il Pontefice a mezzo di Don Francesco de Quevedo a stringere una alleanza contro Venezia e che si era preparata ogni cosa per trasportare 7000 uomini a Trieste per mandarli in aiuto del Re di Boemia. 
Il Venier perciò, volendo chiudere brillantemente la sua carriera marinara e mettere la Botta in piena efficienza, comin­ciò collo sbarcare i 2000 olandesi che aveva nell'Armata sui quali non aveva fiducia e li sostituÌ con altrettanti italiani. Su­bito dopo con le galeazze e 12 galere si recò sulle coste di Pu­glia e di Abruzzo, lungo le quali catturò varie fuste di corsari ed una grossa nave a vela fiamminga carica di grano diretta a Napoli. Avendo avuto notizia che il Marchese di Santa Croce era partito con la Botta da Napoli e che dirigeva verso l'Ar­cipelago, egli lasciò con tutta l'Armata l'Adriatico, dirigendosi a Corfù, deciso di venire a giornata col nemico. 
Il Venier aveva giustamente previsto che la mossa del Santa Croce era diretta contro le 1O galere di Candia che An­tonio Pisani aveva ordine di portare in Adriatico. Provviden­ziale fu la manovra del Venier che si trovò in presenza del nemico a Cefalonia. Gli Spagnuoli, appena vista la Botta ve­neziana cosÌ numerosa e ben ordinata per il combattimento, si ritirarono senz'altro abbandonando le acque dell'Jonio. 
Il Venier, rientrato in Adriatico coll'Armata sottile, si unÌ a 
Meleda col naviglio a vela e continuò a corseggiare sulle coste 
dell'Illiria catturando altre navi cariche di viveri destinati a 
Napoli. 
Per impedire poi che avvenisse il trasporto dei 7000 uo­
mini destinati in Boemia, che erano distribuiti lungo il litorale 
da Otranto al Tronto, il Venier si trasferì a Pola da dove in­
viò reparti in crociera lungo la costa marchigiana ed abruz­
zese ed altri a scorrere il mare per fermare qualsiasi naviglio 
sospetto. 
Il pirata Andrea Ferletich, nel luglio, visto che la Botta 
veneziana si era concentrata nell'Alto Adriatico, penetrò nel 
Canale di Otranto per compiere qualche atto di pirateria, ma, 
avvistato dalle galere del Capitano del Golfo Filippo Belegno