)C io )( Scorso ,recar a questa periclinante afflìtta Otti'un* onnipossente presidio; nella terza Festa di Pasqua , giorno decimo ottayo di Aprile , non nella nostra Patriarcale, ma nella Vicariai Chiesa di San Bortolamio di Rialto , fra le auguste Insegne Imperiali inalberassimo l’augusto trionfai Vessillo di questo Nome Santissimo. Vessillo, dinanzi al quale si piega ogni ginocchio, ogni grandezza si umilia, ed ogni tentazione dileguasi. Noi eravamo ignari delle divine disposizioni ( perchè e qual mai è quell’ Uomo, che penetrar possa gl’ imperscrutabili eterni consigli?) pure tale era la vìva nostra fiducia, che nell’Allocuzion fatta a quel Clero, e Parrocchia assicurammo tutti, che questo Nome Santissimo ridonerà la Serenità, e la pace ; sarà Nome di forza nelle Battaglie, Nome di luce ne’ pericoli, Nome di consolazione in tutte le avversità, e che all’ ombra di questo Sacrosanto Vessillo, Venezia sarebbe sempre felice. Quella felicità adunque, che nel giorno diciottesimo Aprile abbiamo promesso, oggi , giorno diciottesimo di Gennaro, epoca fortunata del glorioso stabilimento della Fede , nella Capitale del Mondo Cristiano ; oggi, giorno consacrato alla Cattedra del Principe de’ Ss. Apostoli, Capo visibile di Gesù Cristo, Pietra fondamentale , e Centro della Cristiana Unità, con somma nostra consola-