Di Venezia 108 tengono Tempre un certo aere Lombardo, cho li rende fprezzevoli agli (trai ieri. Eglino fra tanto ii burlano de' Firentini, quali con unta la delicatezza de’ loro ingegni , non .inno potuto confcrvare la loro libertà. Così è vero, che non fono Tempre i più aguti, che fanno meglio governare K, e che gl’ingegni me-^
 diocri, tnà fatti vaglionopiù, che ... .	Jcunores
 iiguevan, che (ono all ordinano in ut p quieti , e (oggetti à mille cofc cd m& me-atti pericoloiì. 11.che faceva direà-<«J i<ep. quel Nobile Firentino, che i Fene-Tjànì erano bene più capaci di Di/- ^ cip Una , e di ragione , che i Ftren- HifcV tini, che avevano l'ingegno troppo a- * gufo. In effetto i Tebani, che erano Guid. aliai Gioiloi.ini, ed i Lacedemoni 5 Ant. Yc— che non imparavano niente, che l’ub- jP'lcc,_
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 bidienza, e laite multare l »over- ,.r ...
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 navano ben meglio, che gli Ateme- créL,t ut 1ì, che fi dilettavano di fare delie fulcri fa-belle orazioni, lenza venire di poi rer^t> alt’azzione, come fé il Senato loro in l'u£’j* 11011 folle flato, che una (cuoia d O- p|^ latori, ò di Filoiofì Scettici. Imper-
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