Dt Venezia iSo dicenf' dummodo conftruaretur.Qiim-tunque tutti li Lacedemoni foifero Soldati di profeifione, non gailiga-vano punto quegli , che avevano perfa la fpada nella battaglia , mà ben quegli, che ui avevano lafciato lo feudo, il che era vn’ infamia appo di eifi, e doppo appo i Tcdef- kScutum chi b. Per moilrarc che (limavano r‘liquìfte meno gloriofo di acquiftare, che di lapcr conleivarc > lervendo la (pada . ÉC# ad attaccare, e lo feudo à difender- Gciq^ fi. Con maggior ragione aurebbeio meglio fatto i Veneziani, che Coao pecione di Roba, e di Gabinetto, di no a impiegare, che lo feudo contro i Tuoi Vicini , e d’applicare tutte le loro cure agli aftari d Odiente, dove la fortuna era (lata loro tanto favorevole. La feconda caufa della loro rovina c la lentezza delle deliberazioni loro. Egli é vero che tal difetto è loro communc con tutte le Repu-bliche. Nè fi può dire ciTer’ cilre-mo appo di eifi, c che il Senato loto fembra qualche fiata addormentato, ~ H 6 '*