Di Venezia. 295 fua cafa a’ Senatori. La mattina fie-guente la ileffa compagnia lo và à pigliare nel fuo palazzo, dove la riceve alla metà della fcala , dando la mano al Cavagne Veneziano , c cosi gli altri fuoi ufficiali a5 i Nobili. Mà nell’ ufeire la ripiglia dal Cavagliere , come altresì li fuoi da’ Senatori ,e ra con tal’ ordine all’ udienza del Collegio. Nell’ entrarvi faluta tré fiate la ragunanza. La prima fiata all’entrata della porta, la feconda nel mezo della fala , e la terza arrivando alla fede della Signoria, e ciafcun falutc edi tré riverenze, una cl Doge, ed alli Configlieri, c due a’ i Savi dell’ uno ed altra mano, cioè a’ i Savi Grandi, che fono alla delira, ed a’ Savi di Terra, e degli ordini, che fono alla finiftra. Doppo ciò piglia il fuo luogo alla delira col Doge,à chi pre-fenta la tua lettera di credenza, che un Segretario legge di poi ad alta vece. Sendo fatta tal lettura , l’Amba-feiatore pronuncia il fuo difeorfu, colle porte aperte > à che avendo il * N a