Di Venezia ?i gli comm idano d’ufcire dallo flato ttqu**n-nel termine di 24 ore fotto penarts "or>ast ¡della vita. C001 fecero con vn’ vffi-| ci.de Fcancefe, che fi doleva publica- par¡etcs ¡ mente della loro ingratitudine. Tibe- c»c'tm~ \ rio diceva che non bifognava punto ptBtntut pigliar per criminali rnotle libertàall> 4" della converfazionc, e della tavola, e priegò il Senato in varie occr,(ioni di non elTer punto sì rigorofo per f ^ parole ima non fi è tanto popolare à Venezia , benche fiavna Kepubli- tam l'Ti ca ; ed il Conieglio de’Dieci hi fleto ripms la Legge di Lela Maeftà alle parole, zaim‘ tra le gitali, e le azziom mitte può- ann • ca differenza. tnon/ ; Gl’ Inquifitori di flato fan fio vifite va hum notturne nel Palazzo di San Marco, r dove eglino entrano, e d onde efeono ulJaJtm" per lvoghi fegreti, de quali anno la £'V/w<* chiave; e fi ha maggior paura di ve- diuercmr deili, eh’ eglino non anno d’efllr vifli. Eglino andrebbero, fe volefferofino x''íaBn Í al letto del Doge,cntrarebbero nel fuo Cabinctto, vprirebbero i fuoi fciigni e farebbero il fuo inventai io, fenza eh’ egli, nè la fua famiglia olaflc E 4 l