Di Venezia	ut
no colla Signoria alla Ceremoiiia N*m* del giotno dell’ Afccniìonc, nel qua- P!tts ’ur‘‘ le il Doge vi à fpofare il Marc, do-ve getta un’ anello d'oro dicendo rt f0lefi, tai parole: DejpwJàrnuj te Mare in <w*m Jignum ueri, cir perpetui Dominij. A 'Pfe che non fi a mai contradetto da Am-bafciatoce veruno.	*
  Alcuni dorici anno fctittOi che fu Aleir.ndro in Papa, che diedeii portello di qut-fto Marc a’ Venezia-ni in rimunerazione de’ fervizi re-figli nella perfccuzione di Barbarorta, ed in memoria della vittoria ottenuta in Marc contro Ottone luo figlio. Mà è un’ errore popolare chc confonde l’ifticuzionc della ceremo-nia di fpofare il Mare fatta dal Pa- Moiì/ór; pa colla ftefla donazione del Mare; I, » c avendo il volgo pigliato una dichia- * P»et. razione folcirne del diritto de’ Ve neziani, ed una reccnofcenza for- y^ maìe del Titolo loro. In re itmdc fatti poftjj* p« un’ atto di concc-rtìone, col quale il Papa gli aureb-bepoftì in portello dpi go ìo- Il che non puol’crtere, ooiche non a/end«
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