Di Venezia 114 cheriferice le parole d’AlelIàndro in quelli termini, Vt emnes ìntelligant rnaris pojjtjjìonem iure belli vtfiro deberi imperio. E altresì quanto fece ben comprendere l’Ambafciatore Gerolamo Donati à Giulio II. papa, che gli chiedeva per ridere, dou’ erano i titoli, e le patenti giuilifica-tiue del diritto de’ Cuoi Superiori fui Golfo, avendo quello brauo Miniflro rifpoilo molto graziofamente, ebefe piaceva à S. S. di produrre l’originale della donazione di Cc(lamino à Sii* •veflro Papa, vi irtvartbbe al dorfè la conceJfione del mar Adriatico à Veneziani Così pare manifeilamente da quella rifpofta, che la Signoria di Venezia non il fonda in alcun modo Culla pretefa[donazione fatta da Alcfiandro III. E che le Ctie patenti non fono fcrittecoU’ inchioflro, Mà col Cangile de’ Narcntinij Noi mandi, e Ge-noveii (cacciai da cfla da quel Golfo, come altresì da quello de' Cuoi Cittadini, che l'anno icario sì gcnerofa-mente col difendere la caufa comune «li tutta l'Italia cótro que’Barbari. e ì-