Di Venezia ho «ionio, che dicono. E ¡¡ere ma pura Cere moni a Civile, chi lega l'opinio-ve, e non la cofcienz.a, e che un don. na lìbera, che trattengono, non 'e di peggi or condizione delia loro Jp°fa> che per ragioni politiche. Eglino anno ciò di maravigliofo , che lì accommo-dano agevolmente'^ duna meretrice in eommane , e che quanto è altrove un ioggetto di dil'cordia. c d’odio, produce appo d’eilì l’unione, c l’amicizia, E trà i loro amori, che fi parlano à cuore aperto, e che Mattono delle loto alleanze , de’ loro difegni, de’ Gentiluomini, che devono nominare agli vifici, e di quegli, che bifogna elcladere, come face- ;«»• vano gii Antichi Tedefchi b ne’’lo-gendìt ro banchetti. E tal Società tien la»ffinit#-vece duna parentela proiBma. Si che,^‘V ó" non è punto offèndere gli altri loro Amici, ne meno i loio parenti di cipH,usi ‘ preferir loro nelle clezzioni i loro de pace? Compagni della dilFolutezza. Mi per quanta indifferenza abbino per le r\ loto' mogli, non lafciano pesò 4’es-fcrne molto gclofi, e di fieguide a Gtrnj.