Di Venezia r 194 uezia abbi fatto in mole’ occaiioni. Ella non ha incora mutato itile, ne metodo, verificando bene la nota degl' Italiani Chi quella Republìcd non lafcia, mai di fito buongrado quitto hÀ vm fiata tra le munì. Mà non bifogna ftupirfi che fi oli dare Confegli sì cattivi nel Pregadi, poiché (ano quegli, che piacieno di più, e che i buoni vi fono fpefliifi-me fiate rigteari. e qualche fiata riceuvti lino con ¡(degno. Quello» che dava loto Bartolomeo d’Alviana di portare la guerra nel paefe nemico per non averlo nel ¡oro, fecondo o ^HÌt la maffima antica de’Romani ff, eprtptiam d'attaccare il Mflanefe, prima che FepuU Luigi XII padàllè in Italia ; tal%on-®'1» l*n' feglio , dico, panie loro temerario, benché folle tale , quale lo fichi?- f9 dava il bifogna de’ loro affari ; e che eie fecondo tutte le apparenze qieita temerità doueif'elitre molto favorevole. p In che mancò il Senato d’> !* ardite, e di pteuidensa q. Oltre ciò i Senatori più capaci »’attengono al-le fiate di propone un buon parere, 4. V 01. J L I 1