j8j La Storia Del Governo mentar in ejjo il de fio infaz.iabìle d’ac-quìftare per la facilita che trouertb-be à vincere-, in vece che bijognava lavarlo, e levargli la volontà d’ac-cìgnerfi à move imprefe con una re-fifìenl'a buona, e vigorofa. Che fe A-veva ma fìnta quel Regno, doman-darebbe in breve le tre Ifole , ed il rimanente della Dalmata. Che non farebbe loro un /¿¿getto dì vergogna dì cedere alla forya, ma che ve ni farebbe molto dì cedere alla paura. Che fe bì/ogna temere vn inimicoformidabile, non bifogna per quefìo mo-(irarlo nell’ Efleriore. Che gli Stati non fi mantengono con Viltà, e forn-d Sta miffioni d. Che /« era come impo/fibì-¡¿r.evia le di falvare unpaefc mefo perjo, ri-magna fultarebbe loro tanto maggior glori* Imfni* difenderlo vai orafamente, quanto ctntimrt. . / Tan Minor apparenza vi era di poterlo faina. 15 re. Che la Republìca era vn Gran Corpo che aveva bifogno di moli e-Jerci'ìff per dìffipare i cattivi vrnori congregati con vn ripo/ó troppo lungo. Che quella guerra era vna piaga, che hi fognava tener aperta di paura di riti-