Di Venezta 17 loro» col (cibare la famiglia'dall’ ignominia d’vn (uppiicio publico. Qj. ito Confeglio non lì (erve però di quefta precauzione, che negli ti ri dubbioiì. Imperciò che quando l’Accuiaro c convinto manifeftaajente, tengono tutte le forme di giuftizia col conda-narrlo follenne mente al patibolo. Non vi e punto d’appellazione del giudi-ciò dc’Dieci , non più che di quelli de’ decemviri Romani, ed i loro decreti non ponno eiler modificati, od alterati che da eflì fteflì, ò da fuccellori loro, mi qualche fi ta gli Auvog;doti ne por.no foipendere l’eiccuzione, purché non fia vna materia di (lato, imperò che in tal cafo non vi é loipenlione alcuna. ¡Evna colà pericolofa d’intercedere in qucfto Confrglio per i criminali di (tato, impererò che è vn date (oipccto, e framilchiare la fua fortuna coila loro. Per quello fi vedono i Nobi’i abbandonare i parenti loio più propinqui in tai occaltorii, e fe nc ióno veduti moki trattarli crudelmente per ìi i