Di Venezia 277 Angelo Corrali nella fua relazione M. S. di Francia parla così di quefta Principe ila. Tengono per indubitabile tutù lì Mini/tri, che la Prencipef-fa nell’ impreffione che il Dui-chino non debba vivere lungamente » abbi procurato dall’ Imperatore il nome di Duihejja, per far pajjò al con* feguirnento dell’ invefiitura inje de'fttt di, eziamdio ad efclujìont del Guafi alla, mà con fegreta premejja , venendo il cafò della morte del Duca, dafear-fi coll' Infante Ferdinando. Negozio, che fe avede effetto in Italia tutta rna più alla Serenità Veflra riufeireb-be di pregiudicio ben grave per li Stati ai efja irà la Germania e Manimi a ìnterpolii. Onde farà effetto della prudenza infeparabile di cjueft' tAu-guflijfirao Senato d’applicar ben fffo l'occhio , e col riflcjjo il remedio al t novità chepotefrro a'/tiai’ infortendo. Marino Fapjìeri. Non ave ndo potuto quefto Doge ottenere la giuiti-zia, che pretendeva contro Michele Steni, che aveva corrotto fua moglie, od aioicuu una delle Tue dami- M}