! ' 7‘;' ' Di Venezia. 168 cuui di più ingiufto, che di pretendere che vii libro, dove vn Rè è chia* mato vfurp'torc, e Tiranno , «Jove vien diffamata la memoria de’ Ìùoi Antenati, c nel quale nonfaprebbe-r° i fogg iti trovate , che lezioni di difubbidienza , e rebegliore , fia letto, e venduto publicam:nte nelle Terre di t U Pri ncipe? Era però quello che pretendeva Batonio, quale doppo aver parlato male di molti Regi d'Aragona , e particolarmente di Ferdinando il Catoiico nel luodif-corlb della Monarchia di Sicilia, ere- Baro«. de ebe Filippo in gli -faceva gran n' torto di non permettere la vendita gcc|* d’vn’ opra ripiena di livore, e maldicenza contro i Tuoi predeeeflòii, c Padri. Come é colà indubitabile, che vn libro appruovato dal Papa in materia di fede, non puol’effer mal condannato da’ Secolari. Così e cofa certa, che vn libro politico, ed Miotico puoi’ eiler giallamente vietato da' Prencipi, e Magi (Itati, ancorché tutti li Prelati del Mondo l’avcflcro