Di Venezia io6 troppo d’animo. Oltre che non vo- piemU gliono punto perfone > che eccedlno/',',■'k'<*• gli affiti, e gl’ impieghi, e che ne fiano più capaci. Pct quefto non fi curano delle faenze, che credono, che impedifeono la docilità, che fi deue portare nelle deliberazioni pubiche , dove il fenfo commune balìa colla fperienza , in vece che i lapiditi perdono fovente gli affari col totalizzarli, e lono più atti ad imbrogliarli , che à terminarli, h Mà ^ __ quantunque non (lano perfone di let- /¡¡lulm terc, non lafciano però di milantarfi^^ d’ellerlo principalmente coni ftrafue-nbus»p-ri. Quinci é che lì tennero offclìilì-tiori1 UU mi dall’ orazione di quell’ Oratore, quale fpiegando pciche avevano i Cutt‘u?’ fuoi fupetiori pofto il Libro di S. Marco tipetto nella loro bandiera, dove doveva eller chiulo per la guerra, diflc ciò e fiere per mojìrare, che ricondtttevano à Venezia le buone lettere, che ne erano fl*te bandite con e (fi. Il che fece mormorare molti Senatori della ragunanza, di cui alcuni gridarono ai alta voce a’ que‘