Di Ventzia 35' vcnte rnniegare , b pugnalare il Mi-,, niftro della loro ingiuftizia, che fem-bra rimprocciaila loro^ colla Tua pre h ^a'.otu lenza. Ricompenia degna dell’ infe-deità de’ ferui. E quando qualche ^ delatore famofo viui’ ad efiere lcno- p.tbMtt1 petto nel mondo, non iolamcnre non afpir.un-le ne lervono più) ma lo (agrific :no tlir> _ prontamente alla vendetta publija, yac‘ an' come faceva Tiberio ì per rroitiare ; che è la cagione di tutto il male fatto Mìnijlm da eflì, ed acquetano con queft’ ai- meres tificio il riflentiroento delle famiglie irritate. Così fecero cog’i Acculatoli ^ ^ del Fofcarinij in memoria del qua!« f,ACuìa-feccro altresì onori ftraordinarì, fa- m pulii, cendo volentieri i’opoteofi di quello, Cl«dii zi che non potevano tolerare fra gii uo- p^at -, mini, c dicendo come tjuelli anti- ‘ ‘ chi fit ciivus, modo non Jit vivus. E-gino anno altresì quella mailima di laicix fare de’ falli che potrebbero agevolmente impedire, à fine di rendere più colpevoli quegli, che defia-no di perdere, Tutti quegli, che fono colti con fuoco; iono puniti colla tuo.t-