Di Ven zia j7 bilito il fuo potere, la loro ne hi foiFerro molta diminuzione. F rà tanto eglino ponno fofpendere l’efecu-zionc delle fentenze di quel Con-feglio colla produzzione di qualche nova fcrittura in favore de’ rei, purché non Ha vna materia di flato, ftand© che in tal cafo non vi e foi-peniìone alcuna. Del refto e fempre vno d’effì, che pronuncia la lentenza di quel Tribunale a’ Condannati Eglino fono eletti dal Senato, e dal Gran Conieglio. M Piimo li propone, cd il fecondo gli accetta quaiì fempre. Sendo che può rigettarli. Il che Ron fuccede,quali mai per il iifpetto,ehe fi porta al Senato, il cui giudiqio è come la pietra del paragone della llinia, c della virtù. 1 figli, ed i fratelli de! Doge non ponno cfler’Auvogadoii, mentre ulve > di paura, che non folleio più tortola perfonadcl Doge , che quelle del publieo -, e non inupidjiièro fovente il rigore delle Leggi à fuO favore. Gli Auvogadori fono vertici, co-