stile, perchè s’era allenato in perfetta coscienza, con animo puro. Le pagine de la Riscossa navale hanno dato forse ai miei lettori un’idea almeno pallida del tremendo tirocinio fisico e spirituale a cui i nostri uomini di mare si sottoposero con slancio, dopo la sventura di Capo-retto, per non disperare di sè stessi e dell’Italia. Era dunque giustizia che la prua della loro nave, affilata da tanto travaglio e da tanto dolore, dovesse un giorno toccare i moli urlanti delle città ancora schiave ed essere inghirlandata di fiori, come la punta d’una spada liberatrice. Questo libro non ha altro scopo se non quello di narrare come alla Marina italiana sia stata resa finalmente giustizia. Il suo autore non ha altro merito se non quello d’avere avuto fede nella giustizia e d’essere stato presente alla maggior parte delle imprese che narra. Capo d’anno 1919. M. M.