la sua fazione di sentinella davanti alla porta tenebrosa, che aveva ingoiato i suoi più cari compagni... Poi i proiettori maggiori si sono spenti. Nessun colpo d’artiglieria. Nessun allarme evidente. S’è acceso poco dopo un piccolo proiettore più basso e meno vivido degli altri, quasi radente alla superficie delle acque. Era forse l’occhio destinato a vigilare le catene allineate degli sbarramenti. Ha scrutato irrequieto nelle tenebre carezzando l’entrata e la punta della diga rettilinea. Poi s’è spento anche lui. Nessun allarme. Allora i motoscafi, lentamente, silenziosamente, si sono avvicinati alla diga. 11 loro scarso pescaggio permetteva alle loro chiglie di camminar sopra anche ai banchi delle torpedini subacquee, senza urtarle e senza farle esplodere. Il lunghissimo molo di pietra presentava ad un certo punto una frattura. Attraverso quella fenditura, vigilata da barche armate di sentinella, i nostri motoscafi hanno cercato di cacciar lo sguardo dentro la baia. Le sentinelle non si sono accorte della loro tacita presenza. Dritto sulla prora del suo Mas, Ciano interrogava le tenebre. Pareva un po’ stupito. Infatti le tenebre, neH’interno del porto, non erano così fitte come sarebbe stato da aspettarsi. C’era un chiarore diffuso, in fondo alla rada, che faceva pensare non tutti i lumi fossero spenti, com’erano sempre le notti precedenti. C’era un senso di novità, per l’aria: vago, enigmatico, inafferrabile. Costanzo Ciano fiutava il vento. Deve aver presentito anch’egli qualcosa di misterioso e d’ignoto che avvenisse laggiù, nel chiuso specchio d’acqua, perchè ad un certo punto ha sussurrato a chi gli era vicino : •— Strano ! Non riconosco più Pola, stanotte. — 48 —