« di surrogato di surrogato di caffè », un’ampollina di vinello acido: è un pranzo che vi mette un nauseabondo languore dolciastro nello stomaco, è un pranzo che non vi nutre. Eppure è un pranzo da nababbi : vi costa trentasette corone. Voi pensate allora con raccapriccio: Come mangia e che cosa mangia la povera gente ? E vi spiegate il peTchè delle facce cadaveriche incontrate per via, il perchè dell’aspetto malaticcio dei bambini poveri e dei ragazzi che gironzano nel porto in cerca d’ima valigia da portare, d’una moneta da guadagnare, d'una mela da addentare. L’Italia deve dunque fare, nei paesi liberati, immediatamente, una politica alimentare. Bastano intanto pochi generi ; riso, per esempio, e grassi. Ma debbono essere inviati subito. Debbono esser distribuiti equamente. Se l’Italia non può sopperire ad un tratto, da sola, con le non grandi sue riserve di viveri, al sostentamento improvviso di milioni di persone che s’affidano esauste nelle sue braccia accoglienti, dovrà ottenerne senza indugio dagli Alleati. Mi si obietterà: — « E i trasporti ? » Rispondo : « Esistono decine e decine di grandi piroscafi, immobili ed inutilizzati da un rispetto forse eccessivo nelle circostanze attuali, dentro i porti dell’Istria, a Fiume, a Sebenico, altrove ». * * * Seconda necessità, non meno urgente: guardarsi attorno, sapere con chi si ha da fare... L’armistizio non è la pace. Ora, la vita triestina è una vita troppo assurda, troppo promiscua perchè certi accomodamenti e certi mascheramenti e certi contatti possano durare un sol giorno di più del necessario. La coccarda jugoslava è un nastrino di seta bianco-rosso-bleu, non costa che una corona, si può acquistare a tutti i bancarelli — 97 —