no alla nostra Marina, nei secoli, la gloria di sfondatrice delle basi navali più nascoste e più munite — era finora penetrata mai. Sulla « 4 P. N. » è imbarcato il capitano di vascello Alessandro Ciano, il fratello maggiore di Costanzo, designato a portare all’ammiraglio Koch, attuale comandante in capo della flotta e della piazza di Pola, l’ingiunzione di lasciare occupare dalle forze italiane la città, il porto e le fortificazioni. Non senza un grande destino la « 4 P. N. » ha avuto l’onore e la gloria di fendere per prima le acque e gli sbarramenti della Kiel austro-ungarica. Il fumaiolo poppiero della nave sottile reca incisa una targa che nulla al mondo potrà mai cancellare : « In memoria — del capitano Nazario Sauro di Capo d’Istria — imbarcato su questa silurante — dal 9 gennaio al 29 luglio 1916. Fatto prigioniero il 31 luglio — subì eroicamente il martirio a Pola — il 19 agosto 1916 ». Lo spirito del grande capodistriano veglia dunque alle fortune della nostra rotta e dell’Italia. Siamo ammutoliti e gravi. Viviamo un’ora d’epopea. Ogni cosa che ci è dintorno è santa. Ogni fremito dei nostri macchinarii ansimanti desta dal mare accavallato in grandi onde oleose il sonno di quelli che morirono perchè l’I-stria ritornasse italiana. Ogni spruzzo lanciato dal taglio delle prore è un aspersorio. 11 fumo acre della nafta è oggi l’incenso della patria nuova che torna a noi, purificata col sangue, nel nome di Roma. Alle 10 del mattino, la corazzata « Saint-Bon», fiancheggiata dai caccia, mentre le torpediniere ed i Mas incrociano ad alta velocità intorno ai suoi fianchi peT protezione, accelera l’andatura. — 76 —