bianca ed aveva raggiunto le nostre linee, latore d’u-na lettera del generale Vittorio Weber Edler von Webenau. Questi notificava la decisione del Comando Supremo imperiale di nominare una commissione per trattare le condizioni d’un armistizio. Avendo il nostro Comando Supremo risposto che non intendeva trattare, ma ch’era tuttavia disposto a ricevere delegati debitamente autorizzati per far loro conoscere le condizioni d’armistizio che verrebbero fissate dal Governo italiano in pieno accordo con gli Alleati e con gli Stati Uniti, al mattino del 30 ottobre delegati austriaci debitamente autorizzati si. presentarono alle nostre prime linee. Erano il generale Weber Edler von Webenau e sei ufficiali. Vennero accolti a Villa Giusti ed ebbero facoltà di tenersi in relazione radiotelegrafica col loro Governo e con i loro capi militari. 11 giorno 31 le bozze delle clausole approssimative d’armistizio venivano consegnate ai delegati austriaci, tra i quali un ufficiale di Marina, il capitano di fregata principe von Liechtenstein, che all’indomani ritornò nelle linee avversarie con altri due colleghi, per informare il proprio comando sull’esito dei primi scambi di vedute. Intanto al Comando Supremo italiano si attendeva per corriere, da Versailles, dove si trovava il Presidente del Consiglio on. Orlando, il testo ufficiale ed originale delle condizioni d’armistizio che l’Italia ed i suoi Alleati imponevano all’impero vinto. Tale era la situazione degli avvenimenti alla sera del 1 novembre, quando il nostro Comando Supremo viene informato delle condizioni critiche di Trieste, seriamente minacciata dagli eserciti nemici in ritirata e dai facinorosi che stavamo per saccheggiare la città. Nella notte vengono decisi senz’altro la spedizione - 219 —