tutta la lunga catena, valendosi ciascuno del proprio braccio destro per trovar presa sulle sporgenze dei travi e dare al congegno la spinta necessaria a progredire. In più punti l'ostruzione si sprofonda sotto la superficie dell’acqua e s’immerge; allora, mancando la guida per la manovra a braccia, bisogna rimettere in funzione il tacito motore. Ad un tratto, l’occhio luminoso di Capo Compare dirige il suo fascio elettrico sulle acque antistanti alla diga, investe in pieno i due ufficiali. Questi arrestano la marcia, si contraggono nell'immobilità. Il proiettore non ha sospetti: compie la sua abituale ispezione allo specchio d’acqua esterno, poi volge il fascio di luce altrove, quindi si spegne. 1 due prodi si rimettono in moto, poi s’arrestano di nuovo. Una massa scura, uscita dal porto di Pola, passa alla loro sinistra, dirige verso il largo. Si distinguono una torretta e due aste che la sormontano. Poi si vede una sagoma nera contro il cielo. E' un sommergibile nemico, in completa emersione ed in perfetto silenzio ed oscuramento, che parte. Alle 23 ed un quarto — i due ufficiali hanno con sè orologi a quadrante luminoso e seguono con calma esatta la successione delle manovre nel tempo — rimettono a marcia lenta il motore e si dirigono verso la fila interna delle ostruzioni, approfittando dei tratti sommersi. Scorgono sulla diga una luce rossa che si accende a intervalli e si sposta; odono passi cadenzati sul lastrico : dev’essere una sentinella. Avanti ! Bisognerebbe mettersi a contatto con i blocchi di pietra e di calcestruzzo, in angolo morto per la visuale delle vedette. Rossetti manda avanti Paolucci a vedere se la parete della diga cada a piombo nell’acqua; se c’è angolo morto, se vi sono incagli, se si può proseguire. Paolucci, chiuso nel suo scafandro di gomma, — 112 -