assicelle traballanti, è arrivato al di là, come l’alfiere della nostra riscossa, per assicurare saldamente alla riva opposta l’estremità della passerella, tormentata dalla violenza delle acque. La corrente del Piave, verso la foce, è larghissima e impetuosa. Le difficoltà più improbe vennero superate in pochi minuti. Subito dopo, una colonna d’arditi marinai, partita dal nostro caposaldo di Cortei-lazzo, traversava il fiume di corsa, costituiva dall’altra parte una piccola testa di ponte. Protetti da questa testa di ponte, i battaglioni Bafile e Caorle mettevano piede fra i canneti dell’altra sponda e vi s’acquattavano. Le sentinelle degli jager s’accorsero ben presto della nostra manovra. La caligine diradava. Dettero l’allarme. Immediatamente la reazione nemica cominciò. Nidi di mitragliatrici appostati dietro i canneti folti ed alti del terreno palustre, si rivelarono. 1 proiettili rabbiosamente radevano il largo corso d’acqua. Allora i marinai assalirono a bombe a mano e a fucilate, con grande impeto, il caposaldo della difesa avversaria. 11 battaglione Caorle — guidato dal comandante Tur — ha risalito ad occidente l’argine del canale di Revèdoli ed ha occupato questo villaggio. Il battaglione Bafile, comandato dal capitano di corvetta Borghese, ha sfilato rapidamente lungo la spiaggia del mare. Erano come diue braccia che si protendessero ai fianchi e alle spalle della resistenza nemica. Poi la morsa s’è chiusa, tagliando le comunicazioni delle prime linee austro-ungariche. Una parte delle forze nemiche che difendevano l’ansa di Revèdoli ha cercato di disimpegnarsi e s’è ritirata precipitosamente su Caorle. Un’altra parte s’è — 40 —