s'era riscattata dall’antico regime, che l’esercito imperiale, rotto dal colpo italiano, eTa impotente a difendere la sua preda secolare. Chiedevano il nostro aiuto, la nostra bandiera, i nostri soldati. Ci chiedevano difesa, ordine, nutrimento. Accorriamo. Ma che avviene dunque a Trieste perchè noi v’accorriamo con questa fretta guardinga ? Una cosa semplice e maravigliosa : Trieste ha fatto la rivoluzione. Da tre giorni s’è proclamata italiana. Appena ha saputo che il nostro esercito, sui monti ed in pianura, inseguiva il nemico in rotta, il popolo triestino è insorto, sicuro dell’appoggio della nostra vittoria. Mercoledì 30 ottobre, dopo mezzogiorno, dal Caffè degli Specchi uscì fuori aH’improvviso uno stormo di giovani. Spettacolo inaudito: portavano spiegata una bandiera tricolore. Fu la scintilla che accese la fiammata. In un attimo, Piazza grande ed il Corso si vestirono di vessilli bianco-rosso-verdi. Tele cucite alla meglio nel momento, pezzi di carta colorata incollati insieme, lenzuoli tinti di fresco. Alle prime grida di Viva l’Italia, le strade s’empirono di folla plaudente, decisa a tutto. — « L’ora è scoccata ! Il Governo austriaco è decaduto per sempre ! ». C’erano migliaia di soldati austriaci e bosniaci, nelle Caserme. La polizia era al completo. Il barone Fries Skene stava al suo posto, al Palazzo della Luogo-tenenza. Intervennero; ma inutilmente. Polizia e soldati scesero nelle strade, tentarono di strappare le prime bandiere, di disperderò ed arrestare i dimostranti. Questi reagirono. Nelle colluttazioni, i poliziotti furono sopraffatti. Gli arrestati vennero liberati a furia di popolo. Una voce sorse dalla folla e dominò le altre: « La bandiera sulla torre del Comune !» E la bandiera fu issata sulla torre, in mezzo al delirio di decine di — 55 —