ripiegamento dall’Isonzo al Piave, non si può dire che tale situazione fosse radicalmente cambiata; poiché all’Italia incombeva ora più di prima il compito d’un’of-fensiva ricuperatrice e più di prima essa doveva tutelare la sicurezza fiancale del proprio esercito poiché questo veniva ad appoggiarsi, non solo ad un mare nella sua estremità settentrionale diminuito del nostro controllo litoraneo, ma anche alla laguna di Venezia. Si può dire anzi che il movimento di ritirata sul Piave, ben coperto da reparti, artiglierie e scafi dell’Armata lungo tutta la linea litoranea e lagunare, abbia reso anche più evidente la natura essenzialmente protettrice e difensiva della missióne assegnata dalla nostra guerra alla Marina italiana. AH’Austria-Ungheria s’imponeva invece, per logica di cose, un metodo di condotta affatto opposto. Non solo il carattere del conflitto dava automatica-mente alla Duplice Monarchia il compito di attaccare senza requie dall’Adriatico il fianco destro del nostro schieramento per diminuirne la spinta, indebolirne l’estremità orientale, disturbarne le manovre, distrarne le forze e minacciarne le comunicazioni costiere; ma glielo assegnava anche la configurazione idrografica della sponda da lei dominata, ricca di profonde insenature protette da alte montagne e da un triplice sbarramento d’isole, provvista d’un labirinto di canali permettenti ogni agguato, ogni nascosta manovra, per vie interne. .Tutto ciò doveva favorire da parte della Marina austro-ungarica quell'atteggiamento continuamente aggressivo che la natura del suo litorale, la superiorità della sua posizione ed il carattere della sua guerra sembravano — fin dai primi giorni — indicarle. Come mai cotesta offensiva navale contro il no- - 185 -