polazione furono dapprima assai calde: applausi, « zi-vio » e getto di fiori sulle siluranti italiane. Le nostre compagnie di marinai sbarcarono immediatamente a terra, mentre una compagnia boema, allineata sulla riva, rendeva gli onori. Una banda locale intonò la marsigliese, mentre il presidente del Comitato jugoslavo di Sebenico, alla testa dei suoi colleghi in frack, cilindo e cravatta bianca, fattosi incontro al comandante Monroy e ai nostri ufficiali, disse loro: — Chiedo mille scuse. I musicanti ignorano l’inno italiano, perchè sotto l’antico regime era severamente proibito... 11 Comitato ricevette all 'Hotel Kr\a, con burocratica correttezza, i nostri ufficiali, mentre sulla piazza la folla gridava: «Viva i nostri ospiti! Viva l’Intesa ! ». t Il comandante Monroy, dal terrazzo dell’albergo dove alcuni tricolori italiani s’intrecciavano con quelli jugo-slavi, ha parlato alla cittadinanza di Sebenico, dicendo che l’Italia, mandataria degli Alleati e dell’America, veniva ad eseguire le clausole dell’armistizio. S’è formato il corteo, con la musicargli ufficiali, i membri del Comitato, in testa. Le compagnie da sbarco, schierate in ordine di parata, accompagnate e seguite da gran folla di cittadini italiani e croati, dai nostri prigionieri raggianti di ritrovarsi, dopo tanti mesi di dure sofferenze, con noi, traversano tutta Sebenico fino alle Caserme ed ai baraccamenti loro destinati. Poi, la situazione è rapidamente peggiorata. In serata, aU'Hótel Kr\a si nota un certo movimento perchè elementi intransigenti del partito croato cercan d’agitare i loro correligionari insistendo nelle - 152 -