metro e con le punte rivolte verso l’esterno. Ad alcuni di essi son fissate latte da petrolio, che hanno evidentemente la funzioni d’avvisatori dum-dum. All’estremità opposta a quella in cui mi trovo scorgo un battello guardaporte sul quale una lanterna rossa si agita per qualche tempo, poi si spegne: forse l’uomo che la portava è sceso giù nella stiva... Poco sodisfatto per quanto ho veduto, tomo indietro. La sentinella è scomparsa. Trovo l’ingegnere stupito per la lunga attesa: mezz’ora. Procediamo infatti assai più lentamente della previsione. Gli comunico i risultati della mia esplorazione. Egli decide di andare avanti. E’ l’una... » Arrivati i due giovani sotto il fianco della Viribus Unitis, quando il Rossetti s’allontanò dad congegno natante e dal compagno per andare a nuoto ad attaccare l’arma esplodente contro il fianco della dreadnought nemica, cominciò per il dottor Paolucci un’ora di manovre continue, altrettanto angosciose quanto la lunga attesa. Ma poiché abbiamo la narrazione stessa dell’eroe, è dovere cedergli riverentemente la penna: « Quando l’ingegnere mi lascia, sono le 4.50. Io debbo aspettarlo alla distanza di pochi metri, incrociando più al largo. Ma la corrente mi porta via, mi sospinge lontano, mi trascina in prossimità d’un’altra nave da guerra di piccole dimensioni, mi volta l’apparecchio. Faccio sforzi disperati per raddrizzarlo : non ci riesco. Sto per correre il rischio di andare a sbattere contro la nave, quando, con la forza dell’esasperazione, penso di tuffarmi sott’acqua: potrò così esercitare una maggior resistenza, tirando sulla prua con una corda. Dopo cinque minuti di tuffi e di brevi inspirazioni, rie- - 126 -